Circa ottocento isole formano l’arcipelago di Mergui, al largo delle coste meridionali della Birmania, lungo la costa occidentale della Thailandia.
Un’isola in particolare attira la nostra attenzione, Kho Phayam nel mare delle Andamane.
Qui, in questo luogo di pace e silenzio, vivono i Moken, gli ultimi nomadi del mare. Un popolo ancestrale che conta ormai poche migliaia di persone.
La vita dei Moken è principalmente legata all’oceano e si dice che i bambini imparino a nuotare ancora prima di imparare a camminare.
Il legame con il mare e la loro conoscenza dei venti e dei cicli lunari furono la salvezza di questo popolo durante lo spaventoso tsunami che nel 2004 colpì la costa della Thailandia. Si spostarono all’interno, nella terra ferma, lontani delle coste, fuggendo così alla catastrofe.
Kaiky: la più anziana dei Moken
Il loro mondo si svolge all’interno delle proprie imbarcazioni chiamate kabang, barche in legno costruite da loro. Alcuni di loro rimangono sulla terra ferma nel periodo delle piogge per poi salpare quando il tempo migliora. È in questo periodo che abbiamo potuto avvicinare e documentare la vita, ormai limitata, di una sorprendente donna di 93 anni, Kaiky, verosimilmente la più anziana dei Moken.
La vita di Kaiky è stata ritmata da incessanti spostamenti con le imbarcazioni kabang, lungo le coste della Thailandia. Ormai indebolita, stanca e segnata dall’artrosi, conduce una vita ristretta sulla terra ferma. Il suo mondo è una scatola di plastica rosa dove custodisce le sue medicine e creme che puntualmente, tutti i giorni, la figlia le spalma sulla schiena ormai rugosa e magra. I suoi spostamenti quotidiani sono ormai limitati in pochi metri quadrati e il suo mondo non può più essere l’immensità e infinità del mare. Ma non sembra avere nostalgia della vita dedicata a cucinare e seguire il marito e la famiglia dentro la barca.
Kaiky è probabilmente l’ultima testimone dell’atavica cultura Moken. Una cultura che da sempre, e ancora oggi, rifiuta i beni materiali.