Il viaggio inizia, è il mio primo giorno a Bangkok, il primissimo nel continente specchio dei miei dubbi. In un salto nell’ignoto mi bagno di nuove esperienze che intrise di un roboante ritmo, non riesco ancora a comprendere, ma cerco freneticamente.
Col cuore che bussa ad ogni incontro mi muovo nello stretto, tra nuovi odori, sapori e sguardi colmi di una benevole umanità. Già vorrei afferrarli! Ma tutto si muove troppo presto e io sono immobile.
Solo quando la giornata è al termine, stanco di supporre, incomincio a credere che, forse, non occorre cercare fuori lo straordinario, quando l’ordinario se osservato davvero ha di per sé del sorprendente.
E allora sai che c’è?
Inizio a urlare me stesso in quei vicoli che la Capitale d’Oriente rende sempre bui, mai ciechi, e che bello scoprire che in fondo, l’unica fatica che vale spendere è quella di lasciar accadere le cose, senza paura della nostra inadeguatezza.