Ci sono in ogni luogo in cui siamo stati. Dai barrio di Buenos Aires alla sterminata pampa argentina. Dal fronte di guerra in Iraq a quello di Marawi, nelle Filippine. Dalla giungla della Thailandia alle strade di terra rossa in Africa. Sono angeli con la coda: cagnoletti di varia stazza e misura che incontriamo nei nostri viaggi in giro per il mondo. Perché per noi vale quel detto: Quando Dio finisce le ali, usa le code.
I cani de La Boca
Ci sono i cani de La Boca, a Buenos Aires.
Tre, quattro meticci di strada che non sono di nessuno ma sono di tutto il barrio. Liberi di dormire in una casa o in un’altra, passano le giornate con gli abitanti del quartiere: vicino alle panchine, all’ombra di quello che si potrebbe definire un bar, ai bordi del campo da calcio. E puntualmente, alle sette di sera, si ritrovano nel retro di un ristorante da cui escono ciotole piene di sorrisi e degli avanzi del pranzo di turisti assonnati. Sono cani socievoli, ma se non vogliono farsi accarezzare non si avvicinano. E sono panciuti: non accettano quasi nulla dagli sconosciuti. D’altronde qui, gli avanzi di un pranzo spesso sono deliziosi pezzi di carne argentina.
Un cagnoletto patagonico
E come dimenticare quel cagnoletto patagonico, di cui non sappiamo il nome, che ha guidato Gabriele fino a una estancia di gauchos, nel Parque Nacional Los Glaciares nei pressi di El Calafate. Gabriele era a piedi, lungo un sentiero deserto (se escludiamo qualche improbabile animale che ogni tanto si faceva vivo) alla ricerca dei gauchos, i veri padroni della sterminata pampa argentina. Dopo ore di cammino e nessun gaucho, spunta lui. Scambio di sguardi, una coda che scodinzola e un’innata fiducia nel seguirlo fuori dal sentiero, fino a raggiungere questa estancia che altrimenti sarebbe rimasta nascosta.
Marshall: cucciolo di Marawi
C’è Marshall, un cuccioletto nato durante l’attacco militare da parte del gruppo Maute legato a ISIS alla cittadina di Marawi, nel sud delle Filippine. Marshall e sua madre sono stati trovati tra le macerie di una casa distrutta durante gli scontri, e un militare dell’esercito regolare li ha presi con sè e portati al sicuro nella prima base oltre la zona rossa. Questa stessa base era anche quella che ospitava giornalisti e fotoreporter, ed è così che Gabriele si è trovato a condividere con loro il poco cibo e le notti insonni.
Kathì e Mia in Thailandia
Ci sono Kathì e Mia, una cucciola di jack russell e una meticcia, che vivono in una casa ai bordi della giungla nel nord della Thailandia. Libere di andare e venire, escono da un buco nella rete fatto di proposito perché, come ci ha detto la loro proprietaria, “visto che comunque non le si fermerebbe, almeno che possano uscire comode“.
Nel pomeriggio le vedi sgattaiolare fuori al richiamo di un altro cane che viene a prenderle sotto casa per poi rientrare in tempo per la cena. Un giorno Kathi, da brava e incosciente jack russell, ha anche messo in fuga un pitone di tre metri che stava entrando in casa.
Valentino
Ce ne sono tanti altri e molti ancora ne verranno. Perché ci piace pensare che sia Valentino – il nostro jack russell – a mandarceli, per seguirci e sostenerci come può nei nostri viaggi. Me lo immagino chiamare a raccolta la rete delle code scodinzolanti con una sorta di iDog e scegliere quelli più adatti a noi, in quel momento. E non può che essere così, visto che spesso arrivano a stemperare una tensione, o una stanchezza, con un battito di coda.
E chissà, magari un giorno riusciremo a raccogliere in un libricino dal titolo Angeli con la coda tutte le loro storie.