Nel sud-ovest della Thailandia, nella provincia di Ranong, nel mare delle Andamane, esiste un’isola che ancora conserva gelosamente il proprio fascino discreto: è l’isola di Koh Phayam. Un’isola ancora fuori dalle rotte turistiche. Arrivando qui si percepisce un senso di pace, calore, accoglienza e spiritualità. Spiagge, baie incontaminate, mangrovie raggruppate, strade senza auto, solo moto e biciclette. La gente di Koh Phayam cerca di vivere ancora secondo le antiche tradizioni. È in questa atmosfera, in questo piccolo paradiso d’Oriente, che vive un gruppo di monaci buddisti. Scoprirono l’isola già nel 1400 e la ritennero un luogo spirituale. Il Santuario si trova sulla costa orientale di Koh Phayam ed è l’unico tempio dell’isola. L’architettura ha influenze tailandesi e birmane.
Una grande statua di Buddha e molte altre statue più piccole si affacciano sul mare, mentre il tempio per la preghiera, collegato da un lungo ponte di legno, sorge in una posizione mistica e suggestiva, sul mare.
È qui, lungo questa costa di pochi chilometri, che si svolge, con ritmi regolari, la vita spirituale di una trentina di monaci “del mare”. Essi non possono né lavorare né maneggiare soldi.
All’alba, prima delle 6 del mattino, i monaci avvolti nelle loro vivaci tuniche arancione, percorrono la costa da un’estremità all’altra per eseguire il Tanbum. Con una grande ciotola a tracollo raccolgono, dalla popolazione locale, l’offerta quotidiana che è, per lo più, di natura alimentare. I monaci buddisti non possono ricevere l’oblazione direttamente dalle mani del fedele ma la donazione deve essere posta direttamente nel loro canestro. Il benefattore riceverà la benedizione dal monaco.
L’affascinante rito delle offerte è un’usanza suggestiva e coinvolgente. Donare del cibo a un monaco è un rito molto importante in Thailandia. Il fedele che compie questo gesto guadagnerà più velocemente la strada verso il Nirvana.
Terminata la loro processione quotidiana, i monaci tornano verso il tempio con il pasto assicurato. Sarà l’unico pasto consumato del giorno.
Nel pomeriggio la maggior parte dei monaci rimane dentro il Wat per meditare, studiare e scrivere. Altri invece si dedicano a ripulire il tempio curare le piante o a lavorare all’uncinetto.