Una cittadina autosufficiente edificata sulle acque del lago Tonle Sap, il più grande specchio d’acqua dolce del paese. Questo è Kompong luong: dove la simbiosi tra acque ed esseri umani è palpabile.
Ci si accede a bordo di un’imbarcazione a remi o a motore, lunga e stretta, come lo sono quelle di qui. E sempre con questa, si gira per la rete di canali che si dipana tra le case. Molte abitazioni hanno le pareti esterne in legno dipinte di blu, inteso e squillante oppure più chiaro, quasi un verde marino. Se non si guardano le fondamenta, ben saldate su barche e zattere, le case sembrano normali dimore locali, con fiori alle finestre e qualche volta un’amaca in veranda.
Qui tutto galleggia: i negozi stipati di merci, la scuola, il benzinaio, la chiesa, i ristoranti. Ogni attività – commerciale e non – presente è sull’acqua. I bambini si incontrano come al parco, cavalcando però piccole imbarcazioni. I negozianti passano porta a porta a vendere i propri prodotti: verdure, carne, pesce, noodles. La gente, quando si ritrova per una chiacchiera, è sempre su qualcosa che galleggia. Le barche sembrano quasi un prolungamento del corpo, tanta è la naturalezza con cui le porta chi qui ci è nato.
Abitato principalmente da pescatori vietnamiti, il villaggio si sta purtroppo progressivamente contraendo in dimensioni e numero di abitanti, per le difficoltà sempre più ingenti di vivere e lavorare sulle acque. Acque non facili, capaci di espandersi e contrarsi anche per diversi chilometri a seconda della stagione.
Il villaggio e l’area di Kompong Luong è parte del programma della masterclass Cambogia 2019