Il barrio La Boca, a Buenos Aires, è un’esplosione di colori: qui le case sono dipinte con tinte vivaci e sono uniche nel loro genere. La Boca si trova sulla riva del fiume Riachuelo, poco prima che questo confluisca nel più grande Rio de la Plata, e fa da confine tra la capitale e la provincia. Il nome deriva proprio dalla strategica posizione (boca, come imboccatura), che le ha permesso nel passato di essere un porto fiorente.
A fine ottocento gli immigrati genovesi fondarono La Boca come la conosciamo noi oggi. Per rendere più belle le baracche di lamiere in cui erano costretti a vivere, di notte, i genovesi sottraevano le vernici avanzate dalla manutenzione delle barche.
Xeneizes (genovesi in dialetto) è il nome con cui vengono chiamati gli abitanti di questo barrio. Ma non solo: anche i tifosi del Boca Juniors, la squadra di calcio che proprio qui ha sede, sono conosciuti con lo stesso appellativo. Il calcio, qui a La Boca, non è solo uno sport. È una fede. Nel campionato argentino militano ben sette squadre provenienti da Buenos Aires. Le due più famose – per il gioco duro, per la tifoseria accesa e la rivalità centenaria – sono il Boca Junior e il River Plate. Si narra che entrambe le squadre siano nate a La Boca. La prima fondata dai portuali genovesi, mentre la seconda dagli armatori, soprattutto di origine inglese. Uno scontro sociale, oltre che calcistico, che ha portato il River Plate a spostarsi nel nord della capitale, nel ricco quartiere di Núñez, dove ha sede tutt’oggi.
Il Superclásico è il derby per eccellenza del calcio argentino (e forse mondiale) e vede fronteggiarsi queste due squadre in un duello per la vita o la morte, tanto che gli Xeneizes sono considerati il giocatore numero 12 per il Boca Junior. E se vi capita, vedere un Superclásico alla Bombonera, lo stadio del Boca, è davvero un’esperienza senza paragoni. Si dice infatti che La Bombonera no tiembla. Late (La Bombonera non trema. Batte) quando i quasi 60.000 tifosi cominciano a saltare per sostenere la propria squadra.
La Boca non è un quartiere facilmente accessibile, se escludiamo il Caminito, la zona più turistica, visitabile però solo di giorno.
Una mattina di febbraio, dopo alcuni giorni che giravo per il barrio, ho desiderato immergermi nei suoi colori, cercando anche nelle persone che qui vi abitano, le tinte che tanto caratterizzano questo luogo. E così, tra un ritratto e un altro, tra un edificio e una strada, tra un mate e un choripan è arrivata la sera. E ho visto La Boca cambiare volto: le strade svuotarsi dai turisti e tornare in possesso dei residenti, le regole del barrio cambiare.
Contrasto, chiari e scuri, bianco e nero, pastelli e fluo: questa è la bellezza della diversità che qui possiamo trovare.
Con questo lavoro ho provato a giocare, come spesso facciamo con le nuvole, alle quali associamo forme strane o altre volte ancora, quando troviamo similitudini tra una caratteristica di una persona e quella di un animale.