Acqua dal cielo, acqua sotto sotto i nostri piedi, mentre lo scafo taglia uno dei grandi canali del Mekong, lungo il suo Delta, navigando verso una piccola isola vicino a Ben Tre. La città, non troppo distante da Ho Chi Minh, rappresenta uno snodo importante per il commercio fluviale e lo riusciamo a percepire dal vivace traffico urbano, oltre che da alcune imponenti costruzioni che vengono erette lungo le rive dei canali.
Sull’isola su cui siamo diretti, invece, l’atmosfera è completamente differente, e appena messo piede a terra ne abbiamo immediatamente conferma: qui si respira il profumo di terra bagnata, e si percepiscono rumori di un mondo che scompare, per dare spazio al vuoto.
Incuriositi dalle sensazioni, decidiamo di esplorare questo piccolo fazzoletto di terra, avvolto dalle acque torbide del Mekong, e decidiamo di farlo dall’unica strada percorribile, per poi perdersi in piccoli sentieri secondari.
Incominciamo a camminare in gruppo, ma quasi subito ci perdiamo a vicenda lungo il percorso, senza rendercene conto, ognuno di noi attratto da incontri inaspettati, che passo dopo passo si palesano di fronte a noi: artigiani e artisti lavorano minuziosamente dipingendo e scolpendo, monaci pregano in comunità, avvolti in una quieta solitudine, altre persone, invece, riposano nelle loro case, la cui porta si trova sempre aperta.
Immerso in questa fitta e umida vegetazione, continuo a camminare a un ritmo lento, che mi permetta di osservare e cogliere ciò che mi accade intorno. Dietro ogni scorcio protetto da fitte palme si cela la presenza umana e le storie che porta con sé: un piccolo tempio con incensi accesi, una casa che custodisce dietro le sue mura i ricordi dei suoi cari, piantagioni di cocco e di altri frutti esotici, custodite da fedeli e timorosi compagni a quattro zampe.
Quest’isola restituisce una sensazione strana, e se faccio attenzione a ciò che mi circonda, sembra manchi tutto ciò di cui ho necessità per vivere serenamente, eppure, è come se qui non ne senta la mancanza. Forse è solo l’isolamento, che apre la mente ai pensieri, rimuove il superfluo, e lascia spazio all’essenziale.
Improvvisamente comincia a piovere di nuovo, e mentre ripercorro a ritroso la strada dell’isola, sento il bisogno di ringraziare il tempo trascorso qui, in questo piccolo universo lontano dal caos e dalla fretta, dove i pensieri ritornano nitidi, e si riflettono in un ricordo immortale.