È impossibile non rimanere affascianti da queste creazioni. I loro occhi, le loro espressioni, la loro eleganza malinconica mi hanno catturata subito, fin da quando stavo preparando il mio viaggio nel sud del Vietnam. Ed è così che ho deciso di contattare colui che mette al mondo queste creature, l’artista vietnamita Bui Thinh Da. Il giorno dopo essere arrivata a Ho Chi Minh City, sono stata invitata a visitare il suo studio. È qui che gli elementi si trasformano in porcellana e le bambole prendono vita.
Bui Thinh Da è un ragazzo di vent’anni dal talento disarmante quanto il suo sorriso. «Sono nato Soc Trang, una piccola cittadina nel sul del Vietnam, ma oggi vivo e lavoro a Ho Chi Minh City. Sono uno studente di graphic design e un artista. Creo BJD dolls, bambole snodabili in porcellana» mi racconta indicando le poche bambole al momento presenti nel suo studio. «All’età di 12 anni ho scoperto online l’esistenza di questo tipo di bambole e me ne sono subito innamorato. La loro struttura snodabile, realizzata grazie alle giunture a sfera, permette di dar loro un’infinità di pose diverse. Ne volevo assolutamente una per me, ma non me lo potevo permettere. Sono bambole davvero molto costose. Ma non volevo rinunciare e così ho pensato di provare a costruirmene una da me».
Superare i pregiudizi
L’amore di Bui Thinh Da per questa forma d’arte è stato totalizzante fin da subito, ma non privo di sfide. «All’inizio la mia famiglia non era d’accordo. Per loro era strano vedermi giocare con questo tipo di giocattoli definito “per bambine”. Non ne erano molto felici. Con il tempo, però, sono riuscito a dimostrare loro che si tratta di una vera e propria forma d’arte».
Per creare queste bambole Bui Thinh Da ha dovuto sviluppare innumerevoli capacità diverse. Ha studiato anatomia umana, come si fa a produrre la porcellana, come si fa a cucire gli abiti, a realizzare le scarpe, a fare il make-up e ad acconciare i capelli. «Oggi i miei genitori mi supportano completamente. Pensa che mi regalano anche delle BJD dolls realizzate da altri artisti per motivarmi e darmi ispirazione. I miei amici fanno lo stesso: ogni volta che vedono una bambola particolare fanno una foto e me la mandando. Anche loro all’inizio non capivano completamente questa mia forma d’arte ma oggi rispettano questa mia unicità e mi supportano nel portarla avanti».
Una bellezza non convenzionale
Le bambole create da Bui Thinh Da si chiamano Dadad Doll. «Da è il mio nome. Dad significa “padre” in inglese e unito alla parola “doll” (bambola) richiama questo mio ruolo di creatore di bambole. Per me queste bambole non sono dei giocattoli. Sono una forma d’arte. Prima di creare una bambola, di solito faccio uno schizzo su carta di come me la immagino. Solo dopo comincio a lavorare con la porcellana. In media, ci metto dai quattro ai cinque mesi per finire una BJD doll».
«Ogni bambola ha una sua storia e ognuna comunica un messaggio a chi la vede. Per esempio, ho creato una bambola con la vitiligine. Dopo averne condiviso le foto su diversi forum, molte persone mi hanno scritto per dirmi che si sono sentiti in empatia con questa bambola. Le mie opere non si conformano agli standard convenzionali di bellezza perché credo che la bellezza non stia solo nelle apparenze, ma nell’anima di una persona. Ogni bambola che creo è unica, non ce ne sono due di uguali. Pensa che do loro anche un nome e poi rimango in contatto con chi le compra. Mi piace continuare ad avere un legame con le mie creazioni. Mi piace vederle nelle loro nuove case. E poi, alcuni collezionisti decidono anche di creare nuovi abiti per le loro (mie) bambole, proprio come se fossero creature vive. Ed è una cosa che mi commuove sempre».
Uscire dai confini
Bui Thinh Da ha diversi progetti per il futuro. «Ho deciso di affiancare alla realizzazione di BJD doll dedicate ai collezionisti un’altra linea, più semplice nel design e prodotta in quantità maggiore. Questo secondo tipo di bambole vuole celebrare la bellezza del popolo vietnamita e preservarne la cultura tradizionale. Nel mentre organizzo anche dei workshop dedicati a chi vuole imparare a realizzare bambole. In circa quattro ore spiego alcune tecniche base. Questi workshop sono per me molto interessanti perché mi permettono di conoscere tante nuove persone che, come me, hanno la passione per questa forma d’arte».
«Hai qualche desiderio per il futuro?» gli chiedo, mentre il tempo insieme sta per finire. «Se penso al futuro, vorrei che la mia arte e le mie idee potessero uscire dai confini del Vietnam e raggiungere quante più persone possibile».