Raccontastorie per natura, giornalista per indole, fotografo per necessità. Così Carmine Rubicco racconta il suo lavoro iniziato, ormai, nel secolo scorso.
«Tante le vicende narrate attraverso le lenti e la ‘penna’, molti i luoghi attraversati, dall’Asia all’Africa passando inevitabilmente per l’Europa e per l’Italia, ma, soprattutto, moltissime le persone incontrate e conosciute di cui porto addosso e nello spirito un pezzetto di anima.
Moltissime le storie che ancora mancano e aspettano solo di essere raccolte. Miliardi direi, come miliardi sono al mondo le persone. Tutte hanno qualcosa da dire in qualche modo, tuttavia il mio orecchio è più sensibile alle voci di chi voce non ha, alle urla silenziose di chi soffre e lotta, alle mani callose e sporche di chi combatte tutti i giorni per avere quello che per molti è normale e scontato. Il mio occhio è attirato dalla luce opaca di chi passa inosservato, dall’ombra di chi appare quasi trasparente.