E camminiamo lungo il ghat di Assi… uno mi prende la mano e me la stringe e la tiene tra le sue ma solo per mostrarmi il massaggio che mi vuol fare, un altro mi offre un giro in barca, un lebbroso appoggia il moncherino a terra e si spinge in alto quanto può per chiedere un’offerta nella sua ciotola… mi tira per la manica… mi sono girato a vedere il suo braccio consunto e le ginocchia scheletriche… e poi una vecchia megera, altri ragazzini e una donna giovane e sdentata e vecchia anzitempo con una bambina riccia di capelli scuri e di mosche… domandano un’offerta… la dò… domandandomi quanto c’è di vero e di sofferenza o di modo di vivere…
Non mostrano nessuna riconoscenza ma come dar loro torto? Noi turisti enormemente ricchi e loro – mendicanti e barcaioli, massaggiatori e imbroglioni, incredibilmente poveri. In questo abisso tra quello che noi abbiamo e ciò di cui loro fanno a meno è un miracolo che non ti derubino ogni volta che esci dall’albergo e non ti taglino i piedi per prenderti i sandali, che non ti taglino a pezzi per mangiarti lasciando le tue ossa come cibo ai cani.
I cani di Varanasi sono i più rognosi del mondo, coperti dalla nascita di croste e di piaghe. Vanno a branchi con la coda tra le gambe, si mordono furiosamente per spostare le pulci dalle croste più dolenti e inventano modi ingegnosi per grattarsi tutte le parti del corpo praticando una specie di yoga kundalini, afferrando la pelle fino alla coda facendola scorrere tra i denti sfregando la schiena contro gli scalini. E al tempo stesso grattando testa e orecchie con le zampe posteriori.
È pieno di gente a Varanasi, anche di turisti brevi e di altri che rimangono più a lungo per cercare l’illuminazione, fare yoga, fumare charas, crescere spiritualmente e liberarsi… E decine o centinaia di guru e guide per aiutarli a evadere dalle prigioni dell’io e indirizzarli all’……. o dovunque vogliano andare, per poi tornare a casa, al nostro mondo occidentale alleggeriti, nel fisico e nelle finanze, arricchiti dall’esperienza e – forse – alcuni definitivamente fuori di testa.
I sadhu arancioni o nudi color polvere di cenere oziano all’ombra di grandi ombrelloni e forse solamente chiacchierano e passano il primo mattino schiarendo la voce, sputacchiano e scatarrano e vanno verso il fiume con pigrizia mentre i kela iniziano la ricerca del cibo e di nuovo fumo, evitando la merda. Perché la merda si spreca a Varanasi, di ogni tipo… di mucca, bufalo, scimmia, capra, cane , gatto, uccello e buona ultima quella umana… E quella vegetale dei garofani gialli che marciscono, della paglia residuo delle…. serali.