La Ruta 40 non perdona

Percorrere la Ruta 40 nella Patagonia argentina è un viaggio tra polvere, vento e sfide, segnato da incontri simbolici e dall'immensità di un orizzonte senza fine

di Lisa Zillio
patagonia
Patagonia | ©Gabriele Orlini, 2020
El Calafate, Argentina

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Da Gobernador Gregores a El Calafate, 10 febbraio 2020

La Patagonia argentina è esattamente come te la aspetti: un infinito orizzonte. Passata la dogana tra Cile e Argentina le montagne rimangono alle spalle, le vette si smussano, si diradano poco a poco e il paesaggio assume una forma lineare. Le verdi sfumature del Cile lasciano spazio a toni più chiari viranti al giallo e al marrone. Le intense linee d’alberi si trasformano in una strada di pietriccio che si apre maestosa davanti a noi. 

Dopo solo pochi passi sul suolo argentino, con la stessa serenità di chi torna a casa dopo un lungo viaggio, compartiamo (condividiamo, ndr) un mate, facendolo passare di mano in mano. E così entriamo nel cuore di questa terra leggendaria.

La Ruta 40 corre parallela alla Cordigliera delle Ande tagliando tutto il paese da nord a sud e, con i suoi 5117 chilometri, è la strada più lunga di tutta l’Argentina.

La Ruta 40 non perdona. La percorri piano, quasi chiedendo il permesso. Ma devi esserne convinto e affrontarla con decisione, altrimenti non hai scampo. Tratti di asfalto si alternano con un insidioso sterrato fatto di graniglia, ghiaia e sabbia. Polvere e vento, un vento che ti sferza, un vento che arriva improvviso, se ne va e poi bussa di nuovo alla porta. La Ruta 40 la percorri in moto come fossi sulle uova. Stai in piedi, tenendo il peso all’indietro per avere un maggiore equilibrio e dando gas quando cominci a ondeggiare in modo che la velocità ti permetta di superare indenne lo scivolamento. Le gomme qui si tengono un po’ sgonfie per avere una maggiore aderenza e speri che lo sguardo del Gauchito sia sempre con te.

L’incontro con il Gauchito Gil sulla Ruta 40

Il profeta errante, il Gauchito Gil, trova la sua casa in tutte le strade dell’Argentina fino alla profonda Patagonia. Sono piccole casine poste lungo il percorso dove i viaggiatori rendono omaggio o anche un semplice saluto a quella che è considerata la tradizione laica più importante della nazione dal color dell’argento. Al primo che abbiamo incontrato, sulla Ruta 40, ci siamo fermati e abbiamo lasciato, come da usanza, una cosa a noi cara ma di cui potevamo fare a meno. L’ultima sigaretta regalata al Gauchito è stato il nostro piccolo sacrificio, e il suo saluto ci ha accompagnato fino a El Calafate.

Lungo la Ruta 40 la polvere ti entra dentro, la senti scricchiolare nei polmoni e finire nel sangue. La polvere della Patagonia argentina la porteremo a casa con noi: una volta incontrata non è più possibile togliersela di dosso. È il suo regalo, la monetina nella Fontana di Trevi per tornare, un giorno, di nuovo senza fiato a cavalcare le strade di questa terra dagli orizzonti infiniti.

Testo:  Lisa Zillio
Testo originale in Italiano - Traduzione interna
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