Phaya Thai, centro di Bangkok. La ferrovia attraversa un grande crocevia. Da un lato la modernità e la vita frenetica dall’altro un’esistenza parallela lungo i binari.
La costruzione di un ponte è interrotta. Solo un pezzo di struttura sospesa che finisce dove inizia la vita lenta e silenziosa di persone che vivono un tratto di ferrovia.
Le loro abitazioni sono per lo più incastri di lamiere e legno circondate da una vegetazione rigogliosa e folta che, ignara, fa da cornice a una condizione umana precaria. E dona bellezza.
Un cartello arrugginito con gli orari e una fermata che dà riparo a chi attende il passaggio di un treno.
Davvero passa un treno da qua?
Cammino e incontro cani, gatti, che attraversano i binari.
Riconosco cani e gatti ma con l’espressione diffidente di una vita difficile.
Una donna si affaccia. Ai margini della ferrovia scorrono gesti quotidiani, lo spazio a volte è così stretto che per passare ci facciamo sottili.
Incrocio sguardi fieri e privi di alcun giudizio. Mi sento bene. Passo attraverso le loro esistenze e provo una sensazione di leggerezza.
Entro in un’abitazione, alcuni membri della famiglia sono lì. Apparentemente non fanno nulla. Un sorriso lieve e il gesto che unisce le mani in segno di rispetto reciproco, è il saluto. È tutto così fluido nella durezza di una vita vissuta con dignità.
I giovani lottano. I galli combattono. Gli uomini attendono.
Ora diventa irrilevante il passaggio o meno di un treno. Resta in me un’esperienza umana profonda.
Un pezzo di ferrovia urbana a Phaya Thai
Phaya Thai è uno dei 50 distretti della capitale thailandese. Costruito nel 1966, si trova oggi nel centro di Bangkok. Oltre a ospitare un’importante arteria stradale e una per il trasporto su rotaia, è anche un distretto residenziale benestante, molto noto per il quartiere alberato di Ari, ricco di eleganti caffè e ristoranti alla moda, e per il tempio buddista Wat Phai Tan, caratterizzato da tetti ad arco molto raffinati. Nel tempo, fino ai primi anni ’90, il territorio di Phaya Thai è stato progressivamente ridotto, dividendolo in altri distretti istituiti ad hoc, tra cui Ratchathewi e Pathumwan.
Ciò che colpisce l’occhio, nel distretto di Phaya Thai, è il costante contrasto tra la modernità e l’eleganza dei grandi palazzi e dei centri commerciali con le sopraelevate – quasi nascoste da maestosi alberi e da una vegetazione che sembra voglia riprendersi ogni centimetro lasciato libero – e la lunga linea ferroviaria di secondo livello che taglia di netto il distretto.
Come spesso accade, anche a Bangkok – una metropoli popolata da quasi 11 milioni di persone e con una densità di poco meno di 7mila abitanti per km² – le aree residenziali sono costellate da agglomerati sociali e abitativi di livello molto più basso. Questo pezzo di ferrovia urbana nel distretto di Phaya Thai è uno di questi casi, come anche quello a Khlong Toei e quelli posizionati lungo le direttrici che partono dalla stazione di Hua Lampong, nel centro di Bangkok, o da quella più periferica di Thon Buri. Si tratta di baraccopoli decadenti, a volte anche regolarmente censite nel piano urbanistico della capitale. Intere famiglie, sopratutto giovani, lasciano i villaggi dell’entroterra thailandese per cercare fortuna a Bangkok o semplicemente attratti dalla moderna internazionalità della capitale. Troppe volte però si ritrovano a vivere in fatiscenti baracche costruite con materiale recuperato fortuitamente lungo i tratti della ferrovia. Oltre all’impossibilità di poter accedere legalmente ai servizi di base quali acqua corrente, elettricità e raccolta dei rifiuti, le baraccopoli sono anche fucina di malattie. Molti sono i casi di Dengue, specialmente durante la stagione dei monsoni. A queste condizioni di vita già precarie si aggiungono il pericolo di un incendio o lo sfratto forzato quando l’area viene interessata da altri progetti di sviluppo urbano.
Secondo i dati ufficiali forniti dal governo thailandese nel 2000, il 10% dei residenti di Bangkok (1 milione di anime circa) abita nelle baraccopoli. Di questi, circa il 60% vive in agglomerati abitativi posti lungo le linee ferroviarie della megalopoli. Nel Rapporto sullo Sviluppo Umano, redatto dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), la Thailandia è al 74° posto su 177 paesi.