Arhuacos, difensori della Madre Terra

La lotta di un popolo per la sua sopravvivenza
di Giada Malagoli
Stories
Culture
Arhuacos, I difensori della Madre Terra - ©Giada Malagoli Minutiello

Questo articolo è disponibile anche in: English

Sierra Nevada, Colombia

Gli Arhuacos, noti anche come Iku, sono una delle quattro comunità indigene che vivono nella Sierra Nevada de Santa Marta, nel nord della Colombia. Originari dell’area in cui oggi si estende il Parque Nacional Natural Tayrona, si contraddistinguono per la difesa delle loro terre e dei diritti collettivi, impegnandosi a preservare la loro cultura, la lingua e le loro tradizioni. Attualmente, sono presenti principalmente nella parte sud-occidentale della Sierra Nevada e nelle zone dei fiumi San Diego e Mingueo. Gli Arhuacos sono suddivisi in 42 comunità separate che, insieme, danno vita alla Federazione Indigena Tayrona.

Il mito del Fratello Maggiore

La Sierra Nevada de Santa Marta rappresenta per gli Arhuacos il territorio ancestrale e l’equilibrio spirituale. I quattro principi fondamentali che guidano gli Arhuacos nella cura della Madre Terra riflettono anche il loro modo di vivere. Essi si impegnano nel rispetto e nell’uguaglianza, riconoscono la diversità come elemento fondamentale, e considerano la Madre Terra come soggetto di diritto, promuovendo la consapevolezza che il territorio non deve essere sfruttato ma va riconosciuto come fonte di vita. La visione cosmologica degli Arhuacos si focalizza sull’atto di restituire alla terra ciò che essa ci ha generosamente offerto. La loro filosofia si basa sull’interconnessione tra natura e società, viste come un’unica entità. Questa prospettiva deriva dalla legge sacra, immutabile nel tempo, che spiega l’origine della materia, dell’evoluzione, dell’equilibrio e della conservazione dell’armonia. Gli Arhuacos si considerano i custodi del mondo, seguendo il mito della creazione in cui la Sierra Nevada rappresenta il Fratello Maggiore ed è responsabile di mantenere l’equilibrio sul Fratello Minore, ovvero il resto della civiltà.

I difensori della Madre Terra
Arhuacos – ©Giada Malagoli Minutiello

L’importanza delle tradizioni per gli Arhuacos

Gli Arhuacos dimostrano una forte coesione comunitaria e un profondo legame con la propria cultura. Abitano principalmente in zone remote all’interno della selva, lontani dal resto del mondo con cui non amano entrare in stretto contatto. Ogni villaggio ha una propria struttura e un’organizzazione interna. Le donne e gli uomini si alternano nei diversi compiti, tra cui cucinare per la comunità e coltivare la terra. Inoltre, esiste un villaggio di riferimento che accoglie gli ospiti provenienti da altri villaggi o città per importanti riunioni, ed è sede di una scuola in cui vengono insegnate diverse materie, inclusa la loro lingua ufficiale. Nel loro tessuto sociale una figura di riferimento è quella del Mamo o Mamü. Si tratta di leader spirituali, scelti e formati sin dall’infanzia, che hanno il compito di preservare l’equilibrio tra natura e società, e di fare da collegamento tra il mondo soprannaturale e la nostra realtà. Ogni Mamo viene scelto tra diversi candidati, in un’età compresa tra gli 8 e i 10 anni. La loro conoscenza si estende anche alla filosofia e alla medicina, e hanno un ruolo decisivo in eventi importanti come matrimoni o nascite.

Oggetti come le mochilellas e i poporro sono di estrema importanza per preservare l’identità culturale unica degli Arhuacos. Originariamente le mochilellas erano tessute con fibre naturali, come il cotone. Oggi invece queste borse sono in lana di pecora. I colori e le raffigurazioni, tessute dalle donne con una tecnica appresa fin dalla più tenera età, richiamano la cosmologia propria degli Arhuacos.

Il poporro, invece, è un contenitore per la calce in polvere, ottenuta frantumando le conchiglie raccolte lungo la costa. Il poporro è un elemento cruciale per l’uomo. Usato come mezzo per esprimere pensieri e ricordi, rafforza il legame tra maschile e femminile, terra e cielo. 

Una continua lotta per la salvaguardia del territorio

In Colombia, le lotte dei popoli indigeni per i propri diritti affondano le radici nei secoli scorsi. Questi movimenti si sono focalizzati soprattutto sulla rivendicazione dei diritti fondamentali quali la terra, la cultura e l’autogoverno. Nel 1982, con la creazione dell’ONIC (Organizaciòn Nacional Indìgena de Colombia), è stata stabilita un’entità politica per coordinare e rappresentare la maggior parte delle etnie colombiane al governo. L’ONIC ha elaborato una piattaforma di lotta basata su unità, terra, cultura e autonomia. Il risultato di questi sforzi è stata l’approvazione nel 1991 della Costituzione. La Costituzione riconosce i diritti territoriali delle comunità indigene e il loro diritto all’autogoverno, stabilendo così il loro diritto ad abitare e utilizzare le terre tradizionalmente occupate e la partecipazione attiva alla gestione delle risorse naturali nei loro territori. Questo riconoscimento è fondamentale per preservare identità, cultura, lingua e stile di vita delle comunità indigene.

I conflitti armati con il governo, e l’intervento di guerriglieri e paramilitari negli anni Novanta del secolo scorso nella zona della Sierra Nevada hanno influito negativamente sulla popolazione indigena, causando gravi problemi legati al controllo illegale del loro territorio, disboscamenti e colture illecite.

Nonostante i recenti accordi con la regione di Santa Marta, le minacce al loro diritto di abitare questi territori rimangono all’ordine del giorno. Continui, infatti, sono i progetti presentati da imprese locali e straniere per costruire in quest’area. A questo, poi, si aggiungono anche i cambiamenti climatici che stanno mettendo a dura prova un territorio già in difficoltà. Ma, nonostante tutto, gli Arhuacos non mollano e continuano a lottare per la salvaguardia della Madre Terra.

Testo e Foto:  Giada Malagoli Minutiello
Testo originale in Italiano - Traduzione interna
Colombia
Sierra Nevada, Colombia
DooG's Contributor
Giada Malagoli Minutiello
Italia
Photoreporter

© Portfolio - Arhuacos, difensori della Madre Terra

Immagini e Parole

La curiosità è cultura

Il 31 gennaio, ad Ardesio, si celebra la “Scasada del Zenerù”: letteralmente la “scacciata di Gennaione”.
Una mattina di febbraio mi sono immersa nei suoi colori, cercando anche nelle persone che qui vi abitano, le tinte che tanto caratterizzano La Boca.
È il 27 ottobre 2017. È trascorso un anno e il lutto per la scomparsa di sua maestà Rama IX, il re Bhumibol Adulyadej, viene ancora vissuto.
L’isola di Gavdos è probabilmente il luogo perfetto per un progetto simile, la terra ideale su cui costruire utopie.

Sostieni un giornalismo indipendente

DooG Reporter | Stories to share

Tutti i diritti riservati ©2024