Siamo in un luogo remoto, battuto dal vento, coperto di ghiaccio e di arbusti nani. Siamo nella dimora del popolo dei Nenets, allevatori di renne da oltre mille anni. Per i Nenets – che sono ancora una popolazione nomade – le terre e loro mandrie di renne rimangono di vitale importanza sia per il mantenimento della propria identità collettiva sia per la propria sopravvivenza.
Oggi le rotte migratorie dei Nenets sono minacciate dalle infrastrutture associate all'estrazione delle risorse del sottosuolo, principalmente gas. Ma non è solo un problema di territorio: in questo posto sperduto nella Siberia settentrionale la vita sta cambiando così velocemente che tradizioni millenarie rischiano di scomparire per sempre.
Non appena ho varcato la soglia dell’Escuela de Cirabana Circus sono stato investito da un senso di semplice ma travolgente stupore, tale da farmi comprendere immediatamente che l’esperienza che mi stavo apprestando a vivere era una di quelle storie che meritava di essere raccontata e condivisa.
La finalità dell’Escuela de Cirabana Circus è quella di offrire a tutti i bambini e ai ragazzi che amano le arti circensi l’opportunità di apprendere una disciplina che consente loro di esprimere le proprie abilità e diventare un domani professionisti circensi, testimoni nel mondo dell’affascinante arte del circo cubano.
In via Prenestina 913, in un’area della periferia industriale di Roma, c'è il MAAM – Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz, un luogo unico nel suo genere. Il museo si trova all'interno di un ex mattatoio e ospita oltre quattrocento opere, contributo di numerosi artisti romani, italiani e internazionali.
La sua peculiarità, però, sta nel fatto di essere un luogo vivo. All'interno della struttura, infatti, abitano diverse famiglie di varie nazionalità per un totale di circa duecento persone. Il MAAM è l’unico museo abitato al mondo, un luogo dove arte e vita si stringono la mano nella quotidianità delle persone che qui ci vivono.
El Sol de Mañana è l’incontro con le vite, gli odori, il fango, le speranze e le passioni di queste persone che vivono fagocitate da una metropoli che sembra non voler trovare spazio per loro.
È il sole di domani, radicato nel cuore degli argentini, per cui la Patria è la propria casa, il proprio barrio, la comunità a cui si appartiene. E che con malinconica speranza affidano al domani quel che oggi ancora non hanno avuto.
Durante la mia permanenza in Serbia ho cercato di cosa passa per la mente di un giovane profugo che scappa dal suo paese per andare a vivere in una tenda in mezzo al bosco senza nulla, neanche la sua famiglia. Speranza. Incondizionata. Talmente tanto forte da non farlo arrestare di fronte alla violenza che riceve al confine.
Queste persone vivono per un futuro migliore. Non hanno nulla da perdere, perché una volta giunti ai confini con l’Europa, non possono più tornare nel loro paese d’origine: la condizione che si troverebbero ad affrontare sarebbe peggiore di quella che vivono nel paese straniero.
Suor Alphonsine pensava spesso al suo paese, Ouagadougou, e ai suoi innumerevoli problemi. In particolare pensava a tutti gli incidenti stradali che accadevano, imputabili a una combinazione di fattori diversi: strade in pessime condizioni, mancanza di illuminazione, scarsa abilità nella guida, ma anche a veicoli in condizioni riprovevoli.
Ha studiato seriamente due anni, ottenendo il diploma “en meccanique de automobile” con il massimo dei voti. Il 10 Marzo del 2009 è stato così aperto il Garage Saint Michel de SIC: un’officina con a capo una suora meccanico.