Ilaria Lazzarini

La risposta del Malawi all’HIV

In Malawi è presente una condizione di vulnerabilità diffusa, per cui la cura e la prevenzione dell’HIV/AIDS rappresentano una vera sfida.
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Bambini nel centro nutrizionale di Balaka.

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Malawi

Beatrice ha 16 anni, è sieropositiva ed è mamma di una bambina di un anno e mezzo. Entrambi i suoi genitori sono morti a causa dell’AIDS e il padre di sua figlia l’ha abbandonata quando ha scoperto che era malata. Secondo gli ultimi test, la sua carica virale è aumentata, e per questo non può più allattare sua figlia. Beatrice racconta di non aver seguito la terapia antiretrovirale in modo regolare perché, non avendo la possibilità di mangiare tutti i giorni, assumere i farmaci a stomaco vuoto la faceva stare male. 

Beatrice fa parte dei tanti giovani affetti da HIV/AIDS in Malawi ed è inserita nel programma DREAM della Comunità Sant’Egidio che ha come obiettivo promuove la cura e la prevenzione della malattia. La diffusione dell’HIV in questo paese è una delle più alte al mondo. Secondo i dati del rapporto UNAIDS 2020, le persone affette da HIV lo scorso anno erano un milione e centomila, circa il 9 per cento della popolazione, con età compresa tra i 15 e i 49 anni. I bambini malati, tra 0 e 14 anni, erano 59mila.  

I giovani si trovano spesso in una condizione di estrema vulnerabilità, e questo rende più difficile la cura della malattia. In una società caratterizzata da un’elevata disuguaglianza sociale, la carenza di risorse economiche, l’esplorazione sessuale associata alla giovane età e l’abbandono scolastico sono tra i fattori principali che aumentano la vulnerabilità all’HIV. Inoltre, lo stigma nei confronti di questo virus è ancora molto forte e alcuni di loro non vogliono far sapere ai propri coetanei di essere malati. Anche il senso di colpa per aver contratto il virus, perfino nei bambini nati sieropositivi, gioca un ruolo importante. Infine, qualche volta non seguire la terapia significa cancellare momentaneamente il problema, come se negando la cura anche la malattia scomparisse. 

La stanza dove Beatrice dorme insieme alla sua bambina | ©Ilaria Lazzarini

Le vulnerabilità del Malawi

Una visita alla famiglia di Catherine, una bambina di 14 anni anche lei sieropositiva, mostra le condizioni di estrema povertà in cui vivono molte famiglie malawiane. Una casa di fango composta da tre stanze, qualche animale e un piccolo terreno da coltivare. Questo è tutto ciò che possiede questa famiglia, formata da padre madre e sei figli. Catherine è una bambina forte, ma la sua condizione la rende molto vulnerabile anche ad altre malattie. È infatti tornata a casa da poco, dopo un ricovero in ospedale reso necessario per le forti febbri causate dalla malaria. 

In base ai dati forniti dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) il Malawi è uno dei paesi più poveri del mondo con il 50,7 per cento della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà e il 25 per cento che vive in condizioni di estrema povertà. È quindi presente nel paese una condizione di vulnerabilità diffusa, per cui la cura e la prevenzione dell’HIV/AIDS rappresentano una vera sfida. Nonostante i grandi progressi compiuti nella diffusione dei test e delle terapie antiretrovirali, sono ancora molte le resistenze relative all’adesione ai programmi di prevenzione e cura. Specialmente nei luoghi più remoti, raggiunti con fatica dagli operatori dei progetti sanitari, le persone non hanno coscienza di quali possono essere i sintomi dell’HIV. Anche se il governo e le organizzazioni che operano in questo settore fanno un grande lavoro di sensibilizzazione, è ancora difficile raggiungere tutta la popolazione. 

La malattia ha conseguenze anche indirette sulla vita dei giovani. In Malawi ci sono infatti circa 500mila orfani (0-17 anni) che hanno perso i genitori a causa dell’AIDS. Il sostegno ai bisogni degli orfani e dei bambini resi vulnerabili dal virus è identificato come un elemento fondamentale nella risposta all’HIV. Nei centri nutrizionali e nelle piccole scuole della Comunità Sant’Egidio sono accolti bambini orfani o in condizione di vulnerabilità. Molti di questi bambini vivono in estrema povertà o in situazioni di grande disagio sociale e sanitario. Per loro la vita sarà un percorso a ostacoli. La lotta all’AIDS, alla malnutrizione e l’accesso all’educazione sono quindi indispensabili per permettere loro di guardare al futuro con speranza. 

HIV, Malawi | ©Ilaria Lazzarini
Un’operatrice del progetto prepara gli alimenti per il pranzo dei bambini.

Questo reportage è stato realizzato nel gennaio 2020, quando l’epidemia da COVID-19 non era ancora diffusa in Malawi. Dopo una prima fase in cui i casi di coronavirus erano limitati a poche unità, i contagi sono aumentati e, all’inizio del 2021, è stato dichiarato lo stato di disastro nazionale. Secondo il Ministero della Salute del Malawi i casi confermati in tutto il paese, a febbraio 2021, erano quasi 30mila. Il Malawi, insieme ad altri paesi africani, si trova quindi a dover affrontare un’altra dura battaglia, resa ancora più difficile da un’infrastruttura sanitaria debole e dalla scarsità di test e personale qualificato. 

Fonte dei dati

Testo e Foto:  Ilaria Lazzarini
Testo originale in Italiano - Traduzione interna
Malawi
Malawi
DooG's Autore
Ilaria Lazzarini
Italia
Photographer

© Portfolio - La risposta del Malawi all’HIV

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