Viaggiando attraverso l’Africa mi sono imbattuto più di una volta nei mercati di paese. Come in tutti i mercati africani ci si può trovare davvero di tutto: animali vivi e morti, frutta, vegetali, attrezzature di ogni tipo e anche abbigliamento. Questo abbigliamento, se non è di origine cinese, è ovviamente di seconda mano, e molto spesso viene dall’Europa e dagli Stati Uniti.
Ultimamente, passeggiando per le strade dell’Uganda, ho incrociato mamme con bimbe piccole vestite da principesse, fatine, cenerentola e mi sono chiesto: “Come mai hanno vestito le loro figlie con vestiti di quel tipo? C’era una festa?”.
Dopo qualche giorno, parlando con le persone del posto al mercato, ho trovato la risposta: fra i tanti vestiti di seconda mano che arrivano ci sono anche costumi di carnevale da bambino. Questo tipo di vestiti non ha un grande valore per i commercianti locali e vengono venduti a un prezzo più basso. A causa del veloce sviluppo dei figli e delle condizioni economiche a volte precarie, nella maggior parte dei casi i bambini hanno pochissimi capi di abbigliamento, anzi, spesso possiedono soltanto quello che hanno addosso, ovvero capi sovradimensionati che si devono far andar bene per i mesi a venire.
Ecco allora che le mamme meno abbienti acquistano per le loro figlie questi vestiti di seconda mano al mercato, vestiti che per i nostri figli sono soltanto costumi da indossare una volta all’anno, e forse anche una sola volta nella vita perché ad ogni carnevale lo si vuole sostituire con uno nuovo, diverso. Queste mamme sono consapevoli che le loro figlie cresceranno in fretta e che magari lo vestiranno per poco, ma sicuramente per i mesi a venire avranno la possibilità di vestire le proprie bimbe con un capo d’abbigliamento adatto alla loro età, pulito, e in maniera carina ed elegante.
È così che in quei giorni ho visto passeggiare a piedi nudi, sulla terra rossa dell’Uganda, tante piccole principesse nere, delle piccole principesse dell’Uganda.