Vuelvo al Sur

Una telefonata inaspettata accende una scintilla e i sogni di percorrere le polverose strade del Sud America prendono forma, mescolando l’eccitazione con la paura dell'ignoto

di Joyce Donnarumma
Joyce | ©Gabriele Orlini, 2020
Joyce | ©Gabriele Orlini, 2020

"Posso chiamarti?
Potrebbe essere importante!"

Valparaiso, Cile

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Valparaíso, 31 gennaio 2020

Inizia tutto con una telefonata, si libera un posto per un lavoro e, quindi, un viaggio, il Viaggio. Hai sei giorni per prepararti, lo sogni da una vita. Sudamerica, si parte mercoledì prossimo. E come dire no a due mesi on the road? Invio a Gabriele la copia del passaporto. Ormai non si torna più indietro. 

L’avventura inizia ancor prima di lasciare la propria terra, perché lasciare il mio sud è sempre un’avventura. Mi ritrovo a macinare i primi chilometri con compagni di fortuna. Elvira, 74 anni e un polipo congelato di 3 chili e mezzo nella borsa, chiacchiera così tanto che le tre ore in treno volano. Amin, 27 anni tunisino, la notte a Roma in aeroporto scorre tra risate e caffè. A Parigi l’incontro con il gruppo, l’imbarco all’ultimo minuto. Sono calma, felice e anche un po’ spaventata. Tra 12 ore sarò oltre oceano e da lì in poi ci saranno infinite altre storie.

Apro gli occhi, l’aereo vola da 13 ore, la notte sta schiarendo e un sole capovolto si affaccia dalle nubi. La cordigliera innevata ci scorre sotto, sembra quasi di poterla toccare a 30.000 piedi da terra. Siamo in Cile, la nostra prima tappa. L’atterraggio è veloce, forse troppo, mi gira la testa e non solo per l’emozione.

L’odore in terra latina è come lo immaginavo. Siamo arrivati, davanti a noi si apre la strada.

Testo:  Joyce Donnarumma
Testo originale in Italiano - Traduzione interna
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