I popoli indigeni del continente americano definiscono se stessi essenzialmente mediante la loro relazione con la terra. La terra è identità: passato, presente e futuro.
Il popolo Mapuche della dell’Araucanìa – regione a sud del Cile dove si concentra la maggior percentuale di popolazione di etnia indigena – incarna e difende con orgoglio tutto questo. La stessa parola Mapuche significa “popolo della terra” (mapu – terra ; che – popolo).
E non è la terra intesa puramente come suolo ma si estende a tutto il Wallmapu: la terra, il cielo e i suoi newen (energia e spiriti). La terra rappresenta, secondo le parole di un attivista indigeno, «le pagine viventi della nostra storia non scritta» (P. Wearne).
Non è dunque difficile comprendere come per questo popolo secoli e secoli di espropriazione di terre significano ben più che un “semplice” furto. Sono la negazione della loro stessa identità.
Ma la terra è anche colei che cura, colei che attraverso la figura della machi (che imprecisamente potrebbe essere tradotto come “guaritrice”) fornisce i rimedi per terapie di medicina alternativa. Negli anni questa medicina sta cercando – non senza fatica – di farsi strada anche tra gli ambienti più tradizionali. Radicata da millenni nella loro cultura, ed ora studiata anche in alcune aule delle facoltà di medicina del Paese, la medicina mapuche colpisce per la sua complessità e solidità. È la machi il perno di tutto questo (nella maggioranza dei casi una donna): è lei il ponte tra la Natura e gli esseri umani.
Da sempre la terra è Madre e, per i mapuche, è prima di tutto sede di conoscenza. Nella loro cultura le donne rivestono un ruolo guida nel conservare e tramandare la cultura e le tradizioni. Dopo secoli di lotta e resistenza la catena non può spezzarsi.
La donna mapuche è simbolo di forza e centralità anche perché è la machi, colei che salvaguardia la salute e l’equilibrio della comunità grazie al suo kimun (dono) posto al servizio di tutti quelli che si vogliono avvicinare a lei, medium che connette con la dimensione degli spiriti degli antenati e della Terra.
Per questo e molto altro «la lucha para reconquistar y rivendicar nuestro Wallmapu seguirà». Le parole risuonano nell’aria, i suoni del mapudungun, degli uccelli e degli spiriti nativi si caricano di mistero, di nebbia e del fumo che sale dal fuoco della ruka.