I 45 gradi fanno ribollire l’aria del Paraguay. Costeggiamo umili villaggi, attraversiamo prepotenti città, diretti verso la prossima frontiera da superare. Rientriamo per un attimo nel nord dell’Argentina, il tempo di scoprirne un nuovo volto fatto di fuochi e palme, per poi sconfinare nella tanto attesa frescura della Bolivia. La vegetazione s’infittisce, la piana calda e calma è alle nostre spalle.
La Cordigliera ci sfida e noi pronti ad affrontarla iniziamo a salire. Piccole case in terra ambrata e alberi di banane. Pascoli liberi e donne con le tipiche treccine vestono stoffe colorate e alte bombette. I lineamenti sono d’altri tempi, duri e consumati come le montagne che s’impongono sotto l’azzurro del cielo. Siamo a 3000 metri. La strada lunga e tortuosa si inabissa nei canyon, poi risale sull’altipiano. Arriviamo a 4000 metri. Mastichiamo foglie di coca per abituarci all’altitudine. Le vette si elevano a tutte le altezze, riempiono gli occhi di mille colori.
Una bellezza che spaventa, umilia e domina
Come descrivere la bellezza di questo luogo, culla di storie antiche che il presente ha ingoiato? Una bellezza che spaventa, umilia e domina. Le Montagne ci avvolgono in un abbraccio gigante, il loro tocco fa male, il silenzio impone il rispetto e la vertigine che prima terrorizzava, ora ci attrae. (Cit.)
La voglia è di perdersi in questa suprema bellezza ma la nuova meta ci impone di attraversala velocemente, per poi subito proteggerla in un ricordo. Sotto la pioggia intensa, scacciata a volte da un sole ardente, ci avviciniamo alla città.
La notte all’orizzonte si tinge di un rosso sporco, e piano scopriamo un cielo capovolto dove milioni di stelle toccano il suolo. La Paz sembra dormire adagiata nell’immensa valle, illuminata dalla miriade di lucine gialle. Lo sguardo si perde cercando di contenerla. Ci inoltriamo nelle sue strade in salita, nelle sue ripide discese e arrivando al suo cuore ne scopriamo la vera anima. Il suo incestuoso traffico, gli odori pungenti e i rumori assordanti. La Cordigliera si nasconde sotto la sua terrificante vastità.
Una tappa come un’altra all’apparenza, fino a quando il confine con il Perù per un soffio non ci viene sbarrato sotto il naso.