Premio Italy Photo Award 2019
Opera vincitrice categoria “Giovane Talento”
Un’isola racchiude dentro di sé un microcosmo, isolato dagli altri, che cerca un continuo contatto con la terra ferma seppur non ne ha bisogno essendo essa indipendente. Isolation è il primo libro di un progetto a lungo termine che vuole indagare il senso stretto della parola Isola attraverso uno sguardo fotografico. Isolation tratta dell’isolamento, non come senso di solitudine ma bensì dell’arte di reinventarsi, di sopravvivere e di trovare il proprio equilibrio di fronte ad una natura tirannica. Nel cuore della Russia, all’interno del Lago Baikal, sorge un’isola chiamata Ol’chon. Sette sono i villaggi all’interno dell’isola. Il villaggio principale, Khuzir, conta circa 1000 abitanti e deve il suo nome al laghetto situato all’interno della cittadina che è il centro della vita del villaggio per via del sale, che gli animali dell’isola adoravano “assaggiare”.
Scoperta da Kurbat Ivanov nel 1643, iniziò ad essere realmente abitata nei primi anni 30 del ‘900. Il ghiaccio è l’elemento sacro di questo progetto, è fondamentale sia per l’isola che per i suoi abitanti: crea un ponte naturale per circa due mesi l’anno che permette il transito di mezzi pesanti, collegando gli abitanti al mondo esterno in modo rapido e veloce. Così il ghiaccio, invece di dividere, unisce le due realtà cambiando le abitudini e gli stili di vita. Fondamentale per gli abitanti è creare, nell’isola, momenti di svago che lasciano scorgere una sorta di ammirazione verso il mondo esterno. L’assurdo è dato da animali che vivono in assoluta libertà in contrapposizione a persone che creano angoli di mondo recintati dove vivere in sicurezza.
Le loro case sono calde, accoglienti e ricche di vissuto, in contrasto con il clima freddo e ostile. La loro pelle assorbe tutto ciò che li circonda ricordando talvolta il ghiaccio, talvolta gli oggetti del quotidiano. I giorni sono pieni di cose semplici, esse sono la chiave di una vita serena, noncurante della lontananza da metropoli o da problemi politici. Il tempo viene scandito con lentezza ed ognuno ha il giusto modo per dedicarsi a ciò che ama, ricreando tra le mura domestiche il teatro, un’altalena o costruendo la propria abitazione con orgoglio e dedizione.
Centro del progetto sono momenti quotidiani, uniti a situazioni dell’assurdo per il mondo occidentale o cosiddetto tale. Nell’isola di Olkhon, l’assurdo viene vissuto come modo per dare sfogo alla propria libertà di essere. In quest’isola tutto è immaginazione e niente che non sia stato prima immaginato può accadere.
L’isola di Olkhon in questo progetto diventa tramite del concetto dell’assurdo e dell’isolamento, attraverso la visione di una realtà quotidiana, umana e naturale con un focus sugli oggetti reali e immaginari.
BIOGRAFIA
Alessandro Scattolini nasce a Loreto nel 1991. Ha studiato fotografia presso la Scuola Romana di fotografia e post-produzione presso lo Studio interno grigio. Interessato da sempre alle nuove soluzioni digitali ha seguito negli anni numerosi corsi di post-produzione con maestri come Davide Vannini, Gianfranco Manzo e Daniele Coralli. Nel 2012 realizza il suo primo libro, Il treno, riguardo tre diverse favelas di Rio di Janeiro. Attualmente ha auto-prodotto tre libri: Hardcore scenes, War memories, Feel and Louder.
Conclude anche la serie About trees, una ricerca personale sugli alberi e sulla fotografia con la quale vince la menzione d’onore al Prix de la photographie di Parigi, il secondo post al Portfolio Italia Città di Nettuno e molte pubblicazioni su testate nazionali, tra le quali Reflex. Nello stesso anno realizza La grangia di Monlue un reportage per l’otto per mille alla Chiesa Cattolica sui rifugiati politici. Nel 2013 si trasferisce a Londra dove conosce e collabora con diversi fotografi come assistente e post-produttore, dalla moda al reportage. Attualmente vive e lavora nelle Marche dove è fondatore di Alessandro Scattolini Studio, uno studio polivalente di fotografia.
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Premio per la valorizzazione e diffusione della cultura fotografica italiana
Il 15 Dicembre 2019 ha avuto luogo l’evento conclusivo dell’anno: la presentazione dei progetti finalisti selezionati nelle Letture Portfolio ospitate nelle varie tappe da alcuni tra i più grandi Festival fotografici italiani e la premiazione dei vincitori della V Edizione dell’ITALY PHOTO AWARD
Italy Photo Award, fondato da Cecilia Pratizzoli e nato per la valorizzazione e diffusione della cultura fotografica italiana, è oggi tra le più importanti realtà fotografiche nazionali. Grazie alla collaborazione con i più grandi festival italiani ospitanti le Letture Portfolio e con i migliori professionisti di settore, offre ai giovani autori un’opportunità unica di visibilità e di crescita professionale.
All’edizione 2019 hanno concorso oltre 20 mila immagini, inviate da fotografi professionisti provenienti da tutta Italia. Il Premio si propone di essere un’occasione di formazione e di crescita per nuovi autori oltre che un’iniziativa artistica e culturale di rilievo per il nostro Paese. Nel corso dell’evento, svoltosi il 15 Dicembre 2019, presso il Museo MACRO di Roma, ha avuto luogo la presentazione dei progetti finalisti e la nomina dei vincitori assoluti, rispettivamente nella categoria “Miglior Portfolio” e “Giovane Talento” che si sono così aggiudicati il Premio ITALY PHOTO AWARD 2019.