Joyce Donnarumma

#05 | El viento viene del Pacifico

Quarto giorno di attesa, le moto sono in rodaggio, a ogni accensione il rumore dei motori agita gli animi
Joyce Donnarumma | ©DooG Reporter, 2020

Questo articolo è disponibile anche in: English

Valparaìso, 3 febbraio 2020

Quarto giorno di attesa, le moto sono in rodaggio, a ogni accensione il rumore dei motori agita gli animi. L’asfalto chiama, la voglia di partire è tanta ma i preparativi, con la precisa lentezza che meritano, proseguono.

Valparaiso, città portuale, colorata dalle abitazioni in cima alla collina, casa di Pablo Neruda, raccontata da Ernesto Guevara ne I diari della motocicletta, ci ha accolti con i suoi odori, la sue mille espressioni e il vociare incessante delle strade.
Apparentemente tranquilla, la città si svela mostrando quel lato segnato dal dissenso di un popolo stanco che chiede giustizia, equità, rispetto. La vivacità della vita quotidiana è intervallata da cicatrici, portate con orgoglio dalle mura dei palazzi.

In Cile, uno stato sociale insostenibile infuoca la protesta “gobierno asesino, te estamos mirando” si legge su fogli di carta incollati qua e là. Nella notte le piazze diventano terreno di lotta. A riempirle combattenti improvvisati. La polvere dei lacrimogeni brucia il naso e riga gli occhi ancora assonnati del mattino. Eppure la vita prosegue. A testa bassa, a passo svelto, con il volto coperto da mascherine e protezioni di fortuna.

Ma arriva sempre il vento del Pacifico a smuovere l’aria, incessante, che non si placa.
E con sé porta ancora il profumo del mare.

Testo:  Joyce Donnarumma
Testo originale in Italiano - Traduzione interna
Cile
Valparaiso, Cile
DooG's Autore
Joyce Donnarumma
Italia
Photographer
La missione umanitaria della Onlus MotoForPeace in Sud America nel 2020, attraverso Cile, Argentina, Paraguay, Bolivia e Perù.

Immagini e Parole

La curiosità è cultura

A Tangail si trova un quartiere a forma quadrata, solcato da stretti e lunghi corridoi ad angolo retto: il bordello di Tangail
Isolation è il primo libro di un progetto a lungo termine che vuole indagare il senso stretto della parola Isola attraverso uno sguardo fotografico.
A ogni fermata di autobus, in ogni autostazione o punti di rifornimento, ci troviamo di fronte ai "discepoli".
Kaiky, 93 anni, è forse l'ultima testimone dell'atavica cultura Moken, gli ultimi nomadi del mare. Questa è la sua storia.

Sostieni un giornalismo indipendente

DooG Reporter | Stories to share

Tutti i diritti riservati ©2024